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Molluschi: Seppia

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Nome: Sepia officinalis

Classe: Cefalopodi
Ordine: Decapodi

Famiglia: Sepioidei


Caratteristiche:
La seppia comune la si incontra su tutti i fondali dalla superficie fino i 100 metri di profondità.
Può raggiungere anche i 35 cm di lunghezza ed un peso di 2 kg. E' di forma allungata, con la parte inferiore appiattita. Il mantello è circondato da due pinne separate nella zona posteriore che l'animale utilizza come timone facendole ondeggiare per  migliorare i suoi movimenti.
Il nuoto avviene a propulsione; mediante la contrazione del corpo la seppia riesce ad espellere violentemente l'acqua precedentemente aspirata ed a muoversi molto velocemente.
La testa è grossa con 2 occhi grandi. Presenta anteriormente 8 tentacoli più due molto lunghi e retrattili dall'estremità più larga ricoperta di ventose che l'animale utilizza per catturare le prede facendoli uscire con uno scatto velocissimo.
In mezzo ai tentacoli si apre la bocca con strutture cornee, che ricordano il becco di un pappagallo.
Nascosta sotto il mantello, è presente la conchiglia del mollusco nota come "osso di seppia". Il colore della Seppia può variare a seconda dell'umore o del colore dell'ambiente, infatti la capacità mimetica della seppia è dovuta a delle cellule pigmentate (dette cromatofori) di vari colori presenti nell’epidermide. Nei cromatofori sono presenti delle fasce muscolari che li fanno contrarre ed espandere, facendo variare le dimensioni delle macchie.
Quando si sente in pericolo emana una nuvola d'inchiostro nero dal sifone posto sotto gli occhi per confondere il predatore e darsi così alla fuga.
Si nutre di crostacei come granchi di  piccoli pesci e cefalopodi, tra cui anche suoi simili.
Durante l’accoppiamento il maschio e la femmina si uniscono con i tentacoli; il maschio inserisce i semi in una particolare tasca della femmina. Questa, successivamente, produce le uova ed avviene la fecondazione. In primavera si avvicina alla costa per depositare le uova , che sono nere a forma di pera, fissandole a corpi sommersi. Alla schiusa le piccole seppie sono già autosufficienti.

 



 
 
 
 

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